Verso un convegno. Si accettano proposte di titolo
Giusto l'assunto di Nerina Garofalo (sintetizzo: non si diventa scrittori o giornalisti lì dentro, anche qualora lo Spirito Santo si manifestasse al 40,81 %; ma scrittura e telematica possono "abilitare una risorsa interna, la narrazione, e scoprirne le forme che assume dentro e fuori di noi"), la proposta è di chiamare a raccolta - in un tranquillo sabato italiano - tutti i nostri amici cusentini (anche d'adozione) a testimoniare scritture, teorie e prassi anticreative. Cooptando il recidivo giornalista/autore di mignottocrazia, Tonino Napoli (già patron di "Pantagruel", oggi - con Silvana e Cadore - animatore di "Siamo Fritti") e Eugenio Muzzillo di Timpamara, della premiata ditta Terre del . Si accettano titoligufo. In un corale elogio del rigore e delle regole. Affanculo la comunicazione e la creatività, le cui ipostasi ci hanno consegnato l'attuale gastrotelevisione e un interminabile e indigesto banchetto berlusconiano. "Spezzare le reni ai creativi" vuol dire metter fine alla supposizione che battutisti e barzellettieri, bugiardi e raccontapalle senza vergogna, siano "bravi comunicatori". Un dispositivo perverso, alimentato anche da noti opinion makers (uno tra tanti: Tullio De Mauro), già pronto a consacrare lo straordinario et straripante et testardo et volitivo Renzuccio. Più che un convegno, un argine.
A margine o - se preferite - nell'interlinea, un'adunanza delle forze in campo extra-moenia. Fuori delle mura, fuori della cittadella universitaria, delle logiche dell'universitarismo e dell'accademismo, che hanno dato il colpo di grazia a una bella città già - da troppo tempo - culturalmente decadente.
A margine o - se preferite - nell'interlinea, un'adunanza delle forze in campo extra-moenia. Fuori delle mura, fuori della cittadella universitaria, delle logiche dell'universitarismo e dell'accademismo, che hanno dato il colpo di grazia a una bella città già - da troppo tempo - culturalmente decadente.
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