Una stella di merda


di Marisa Righetti




Era una magnifica giornata di merda, di una primavera già avanzata nella merda. Era nata per un parto podalico, su due piedi di merda, venuta finalmente alla merda, nera unta e appiccicosa di merda.
Le fu dato un nome di merda e, come ogni piccola merda fu attaccata a due poppe piene di merda, che ciucciò, finché qualcuno le disse, basta, merda.


Così fu sbattuta in un mondo di merda, di cui dapprima non avvertì il puzzo, abituata com’era alla merda. Nutrì perciò tante illusioni di merda, abbracciò ideologie, fedi di merda, pur di continuare a credere alla merda. Pianse calde lacrime di merda ogni volta che trovò solo altra merda.
La sua fu una vera storia di merda. Lasciò la sua famiglia di merda quando incontrò un uomo di merda che le giurò un amore che si rivelò di merda. Fecero un matrimonio di merda a cui assistettero pochi parenti di merda che le augurarono tanta altra merda. Non le fecero dono neppure di una lira di merda, diedero però tanti consigli, tutti di merda. Quando si ritrovò più tardi nella merda, i suoi parenti le dissero: te l’avevamo detto che saresti finita nella merda.
Ebbe tanti amici e compagni, di merda. Ebbe un lavoro di merda. Conobbe la storia dell’uomo e vide che era stata una storia di merda. Scoprì l’arte nella merda, lesse tanti capolavori di merda, da com’era merda la mia vallata a cent’anni di solitudine nella merda a viaggio di merda al termine di una notte di merda. S’infognò sempre più nella merda, concepì altra merda, e fu così che nel firmamento delle merde comparve una nuova stella di merda.

Commenti

  1. Di seguito una riscrittura possibile, un editing non bacchettone, minimale, meno compiacente, forse più intrigante. Che ne pensi?

    Una stella di emme

    Era una magnifica giornata di m, di una primavera già avanzata nella m. Era nata per un parto podalico, su due piedi di m, venuta finalmente alla m, nera unta e appiccicosa di m.
    Le fu dato un nome di m e, come ogni piccola m fu attaccata a due poppe piene di m, che ciucciò, finché qualcuno le disse, basta, m.
    Così fu sbattuta in un mondo di m, di cui dapprima non avvertì il puzzo, abituata com’era alla m. Nutrì perciò tante illusioni di m, abbracciò ideologie, fedi di m, pur di continuare a credere alla m. Pianse calde lacrime di m ogni volta che trovò solo altra m.
    La sua fu una vera storia di m. Lasciò la sua famiglia di m quando incontrò un uomo di m che le giurò un amore che si rivelò di m. Fecero un matrimonio di m a cui assistettero pochi parenti di m che le augurarono tanta altra m. Non le fecero dono neppure di una lira di m, diedero però tanti consigli, tutti di m. Quando si ritrovò più tardi nella m, i suoi parenti le dissero: te l’avevamo detto che saresti finita nella m.
    Ebbe tanti amici e compagni, di m. Ebbe un lavoro di m. Conobbe la storia dell’uomo e vide che era stata una storia di m. Scoprì l’arte nella m, lesse tanti capolavori di m, da com’era m la mia vallata a cent’anni di solitudine nella m a viaggio di m al termine di una notte di m. S’infognò sempre più nella m, concepì altra m, e fu così che nel firmamento delle merde comparve una nuova stella di m.

    RispondiElimina
  2. Marisa Righetti in effetti tutte quelle merde....grazie in realtà era quasi una barzelletta.

    Massimo Celani No, secondo me vanno bene tutte e due le versioni. La mia riscrittura è di pura tattica, finalizzata a rendere la vita diffiile a chi magari non sente il ritmo, a chi non sa riconoscere il registro poetico. E poi, word ha impiegato meno di un secondo a...Altro...

    Vincenzo G. Rovella ... e siccome Malerba non muore mai, il tutto ha assunto un colore merdastro.

    Massimo Celani Giustamente Rovella, nella sua recente conversazione allo "Spirito Santo", nell'accennare all'esperienza dell'OULIPO-OPLEPO ha ben presto virato dall'esperienza di Paolo Albani e Stefano Bartezzaghi a quella di Luigi Malerba. Mi spiego meglio, ritornan...Altro...
    VIII
    www.nannibalestrini.it
    noi oggi dobbiamo reinventare il cane non sei abbastanza cane con te stesso non so pi dove sbattere il cane non tocco pi un cane da due mesi

    Marisa Righetti non ci verrò mai alle vostre conversazioni, anche quando si parla di merda mi mettete in soggezione. Tu sei carino, Maximù, a darmi questa giustificazione tattica. ti voglio bene, a Rovella no, è cattivo. Scherzo ma sul serio.

    Massimo Celani Rovella, copywriter kantiano, giustamente chiosa il tutto con un malerbiano “merdastro”, che è il «colore di non facile definizione, comunque tra il verde marcio e il terra di Siena bruciato, con qualche tendenza al giallo-uovo», Tra i 65 lemmi dei "neologissimi“, val la pena di ricordare pure "sporcacchione” (che indica chi «non è soltanto sporco, è anche coglione») e "bugiadro". Giustamente Ermanno Cavazzoni ci ricorda che i neologissimi, a differenza dei neologismi, «sono nascenze fugaci, ci vorrebbe una sorta di Stato di polizia per imporli già a scuola ai bambini». Chissà le insegnanti che si affacciano al corso di scrittura anticreativa recepiranno?

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Il caldo e il freddo

Sulla narrabilità dei luoghi (III parte, La città anacronistica e il cinema postmoderno)