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Visualizzazione dei post da giugno, 2014

Giorgio Franco: Dare senso all'anti-creatività (una sintesi brechtiana)

* E che cosa si dissero gli anticreativi  nel vespro del 14 alla scuola di Massimo Ciglio che al minimo presunse?                                                                          Che 1.        La virgola reclama  consuetudine alle pause della quotidianità in lotta  perpetua con il rumore di fondo  2.        La pratica della copia va incentivata come modalità di selezione della parte in lotta perpetua con il tutto 3.        Il creativismo è un fratello degenere della creatività. Non sparate su Baricco, vi esorto io!

Ercole Giap Parini: La luce di Lisbona

Lisbona, 7 marzo 2014 Ho visto la luce di Lisbona. Dopo quattro anni. Lisbona è la città della luce; si trova scritto anche nelle guide turistiche. Potrebbe sembrare un'espressione senza importanza, buttata giù poco più che per caso da un annoiato estensore alla ricerca di una facile immagine. E che poi viene ripetuta di bocca in bocca con la pigrizia che rifiuta di affrontare altre etichette.

Sabato 14 giugno 2014

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Mauro F. Minervino, Chi vive in Calabria / Chi ha scarsa memoria. Viaggio a Sud

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Perdo molto del mio tempo in macchina. Guido e giro da anni sulle strade di questa regione, e anche oltre. Macino kilometri ogni santo giorno. Lo faccio per star dietro al mio lavoro, per capire come cambiano i luoghi, per incontrare le persone, per osservare certe posture, le espressioni degli sconosciuti, le facce della mia gente. I finestrini di un’auto stanno più o meno alla stessa altezza dell’obbiettivo montato sul carrello-camera del cinema. Il mondo scorre ai lati. Guardi e non sei guardato. 

Daniele Garritano: Perché gli insetti nel tempo della povertà

Perché gli insetti nel tempo della povertà   Gli insetti assumono, per costituzione interna, la struttura del segreto. Sempre avvolti da un mantello protettivo (una «boîte osseuse» descritta dallo storico francese Jules Michelet), questi animali contengono una potenza sproporzionata rispetto alla dimensione microscopica del loro corpo e alla durata effimera della loro vita. Del microscopico e dell’effimero gli insetti rappresentano l’emblema. Quasi invisibili, ci si accorge della loro presenza molto spesso con l’udito più che con la vista.

Paolo Guzzanti: Come essere anticreativo

se non so che vuol dire creativo. O meglio, lo sappiamo. Sono le termiti della lettura e della letteratura da spazzatura, vendono l’imbroglio della creatività ovvero l’arte di tirare fuori la creatura dal nulla, dalla costola d’Adamo un arrosto di costata all’americana. Sono in agguato con manuali di regole creative create ad arte. Prendiamo, fabbrichiamo un uomo. Anzi una donna. Martina. E’ entrata ora nel ristorante di suo padre e vede seduto Martin, il suo amico pescatore che si chiama come lei, come il martin pescatore ha sempre pensato. Ma Martin ha le unghie sporche e Martina non lo sopporta. Sa anche che Martin puzza e non sopporta neanche questo. Però lo ama e non sa spiegarselo e sente tutto questo disastro di rumori tintinnanti e fracassati e Martina ricorda quando l’hanno operata e nel dormiveglia dell’anestesia sentiva il tintinnare e pensava alle forchette, adesso sente le forchette che tintinnano e pensa ai bisturi e alla madre seduta accanto al suo letto, e la mad

SALUTAMIASUARTA

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Mi chiamo Paride ma sono costretto ad evocare il mito di Itaca. Il vostro capocordata Celani (anagramma di canile) mi ha infilato in questo delirio provocando reazioni isteriche e goliarde di alcuni vecchietti allocati sul web cui spezzerei volentieri metaforicamente le reni. Uno di essi mi ha derubato di una preziosa collezione di giornali underground milanesi ma sono stato costretto a perdonarlo considerato che mi ha prestato più' volte case a Mestre nella mia condizione di giovane cinefilo veneziano che è questione ben diversa da essere un colto cinofilo di Carolei. L'altro si definisce Guru ed è uno dei migliori esponenti del movimento "erba di casa mia" confluiti ora nel partito delle parole in libertà'. Ad Itaca vivono notoriamente dei Proci. Io preferisco di gran lunga i froci parola non amata dal correttore che ti propone frodi. Stessa condizione del povero Guccione spesso editato nei giornali calabresi come Gruccione. Un impaginato

Il senso dei PON per lo Spirito Santo

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Si concludono oggi pomeriggio, a Cosenza dalle 17.00 in poi, il corso di alfabetizzazione digitale, a cura di Antonio Cristiano, con annesso laboratorio popolare di scrittura anticreativa e Giornalismo 2.0, per le cure di Giuliano Santoro, PON organizzati dall'Istituto comprensivo dello Spirito Santo, la bella scuola dall'architettura fascista nei pressi del Crati. Giusto l'assunto di Nerina Garofalo, calabrese trapiantata a Roma, per molti anni conduttrice di un laboratorio "antiletterario" di scrittura biografica: non si diventa scrittori o giornalisti lì dentro (NdR: anche qualora   lo Spirito Santo si manifestasse al 40,81 %), ma scrittura e telematica possono "abilitare una risorsa interna, la narrazione, e scoprirne le forme che assume dentro e fuori di noi". Stefano Bartezzaghi ce la racconta in modo più compiuto: "possiamo trasformare in un buon testo ciò che abbiamo in testa ma nessuno può trasmetterci la capacità di inve

più che un convegno, un argine

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Il piacere del testo

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(su segnalazione di Francesco Garritano)

ti ricordi di ora esatta?: i libri di Carla

ti ricordi di ora esatta?: i libri di Carla Maria Carla Maiolo 23 e 24 aprile 2008   "fontana del respiro, libro elica"   Lette, rilette, messe in carica

Il bello della giovinezza è proprio questo: essere totalmente sbagliate (Carla Monteforte)

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Call me di Carla Monteforte La vita è quello che ti accade mentre stai aspettando che un cretino ti richiami. Avremmo avuto bisogno di un John Lennon anche noi. Di qualcuno che ci amasse e ci spiegasse che la felicità è una pistola fumante. E, soprattutto, che ci telefonasse tutte le sere. A  noi, non ci chiamava mai nessuno. Ovviamente se in quel nessuno non si considera il segaiolo che mi cercava ansimando nel cuore della notte, i militari, gli ex mutati in stalker ed il kuwaitiano. Il kuwaitiano era un altro nano, semi-obeso, con due lunghi baffi made in Medioriente che aveva raccattato A all'Alien. Lei era reduce da uno dei suoi finti svenimenti, quelli che metteva in scena quando si stava annoiando per convincere me, ancora in piena caccia, di tornarcene a casa. L'aveva agganciata con la scusa d'un'intervista. Come, non si sa, visto che lui non spiccicava una parola d'italiano e lei in inglese sapeva solo “Hopelessly devoted to you

Anna Petrungaro, A debita distanza

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La luna e il falò delle novità Dall'incontro di giovedì 19 maggio ecco alcune impressioni ragionate su: multiformità e alterità varie di Pessoa e la presa d'atto dell'esistenza, nei sistemi delle idee come   in ciascuno di noi, di una frantumazione identitaria ovvero di un circolo che relativizza tesi e opposizioni. L'esigenza di Carla nell'evocare la presenza di una tenuta, di un fil rouge, di un tessuto connettivo delle forme e delle identità, forse non è stata colta in pieno, offuscata dal rimando alla esperienza privata. Quest'ultima ha sufficiente legittimità nel ricercare i nessi con un discorso 'oggettivo' e /o generale. Essa è stata distratta dal giocoso rigetto celaniano dell'uso/abuso della parola 'percorso'. Tuttavia asportare l'esperienza dell'eteronimia pessoiana dalla sua culla letteraria e cercare in essa una legittimazione/spiegazione della dimensione esistenziale di ognuno, nel suo essere plurale, e in