Padre nostro, che sei nei cieli, scendi! Siediti, prendici e poi tienici, con le braccia possenti, sollevaci come solo i veri padri e ascoltaci come se tu fossi dentro, come se tu fossi. Esisti, resisti, insisti e poi insegna a fare uguale. Dacci il pane, dacci tempo, dacci un talento; oppure solo amore, consueto, consensuale, mansueto e congeniale, e che duri che non spergiuri che ci veda e che si veda, che ci creda. E liberaci dalla paura, dallo squillo del telefono di notte, dalle botte, dalle notti dei giorni, dal non essere capaci, dal sentirci meno belli, o inadatti o soli o inetti, dal non essere migliori, dal non sentirci tuoi figli tutti, dal non sentire i battiti, i nostri e quelli degli altri; dalle porte chiuse, dal non aprire. Liberaci dal male. Liberaci. Beatrice Zerbini In comode rate. Poesie d’amore (edito da Interno Poesia ) Photo: Philip Griffith