Mariupol: ultima speranza per evitare l’ecatombe
Mariupol, un maxi-ponte umanitario: ultima speranza per evitare l’ecatombe dal nostro inviato Giampaolo Visetti ZAPORIZHZHIA - Il tempo del sacrificio per Mariupol è consumato. Nel cuore impietrito dei sopravvissuti a venti giorni di sadico assedio, da ieri si è accesa però la speranza di non essere abbandonati per sempre nelle mani delle truppe russe. Per la prima volta il sogno di fuggire in massa dall'inferno e di raggiungere territori ancora sotto controllo ucraino, comincia a confondersi con la realtà. Un patto di guerra, sul tavolo dei comandi militari di Kiev e di Mosca, all'improvviso apre la prospettiva di una tra le più impegnative operazioni di salvataggio della popolazione nella storia bellica dell'era moderna. Nella città sul Mare d'Azov, l'avanzata russa da est è frenata da una strenua resistenza. Gli invasori conquistano quartiere dopo quartiere. Questi potrebbero però impadronirsi infine solo delle macerie che stanno accumulando: non della vita di